Punti di vita
note per il Laboratorio d'Arte dello Spettatore a Teatrodifrontiera97
Il fatto che
il teatro esista solo nella percezione condivisa è un dato da cui non si puo'
prescindere.
Lo spettatore gioca un ruolo cardine nell'esperienza teatrale, mette in relazione la scena con la sua percezione determinandone il feedback, un'eco sensoriale e cognitiva.
Sia chiaro però che parlare di spettatore non significa solo parlare di "pubblico": lo spettatore può essere anche un complice, un'attenzione interna, vicina alla pratica scenica per affinità elettiva o , perchè no, anche un "coro": il protagonista globale del teatro delle origini.
Un ruolo che solo in parte a saputo esprimere la critica teatrale, perlomeno quella "militante", e solo in alcune fasi particolarmente connotate dalle "tendenze" dell'avanguardia. Un climax ormai dissolto.
Il punto sta nel come formalizzare il ruolo dello spettatore in un ecosistema teatrale quale può essere un festival e in particolare un festival di forte impronta pedagogica come Teatrodifrontiera 97.
Ecco quindi il progetto di un Laboratorio d'Arte dello Spettatore che già da qualche anno si è connotato (principalmente a Torino con il gruppoentasis) come opportunità per portare fuori dalla riflessione centripeta lo sguardo teatrale creando un luogo ulteriore e inedito per espandere il trattare di teatro. Un nuovo ambiente per lo sguardo, un theatron
Il fatto di
creare spazi di riflessione e di comunicazione on line - nella rete delle reti accessibile
a tutti qual'è Internet , il luogo ideale per la creazione di nuove forme di
creatività connettiva - è sorto così
come un impulso irresistibile.
Un moto centrifugo alla ricerca di nuove forme di condivisione per il pensiero teatrale.
Un modo per tradurre punti di vista sul teatro in "punti di vita": espressioni dinamiche di un essere parte integrante del fare e pensare e teatro da parte dello spettatore consapevole.
Nella condivisione dell'esperienza teatrale, a differenza del consumo cinematografico o audiovisivo in genere dove si "entra" nel punto di vista formalizzato e chiuso di un regista, lo spettatore stabilisce un suo personale percorso sensoriale e sinestetico ed è già qui che si registra l'aspetto fondante dell'idea di "punto di vita".
Il fatto che nelle reti telematiche, ma anche nella multimedialità ove si crea mobilità sinestetica, si possa rilanciare il principio attivo del punto di vita è inoltre un dato di straordinaria opportunità evolutiva.
I partecipanti al Laboratorio d'Arte dello Spettatore a Teatrodifrontiera97 (Carmine Arvonio, Patricia Furtado, Daniela Fini, Gianluca Pittavino, Leila Bonacossa, Stefania Bruno, Piergiorgio Nosari, Stefania Ablondi) esprimono i loro "punti di vita" concentrandosi sull'esperienza teatrale di Remondi e Caporossi di cui hanno seguito il Laboratorio, proiettandosi sul loro immaginario e lavoro scenico, espandendolo.
Carlo Infante
10 giugno 1997