LA FATICA SUDATA

di Stefania Ablondi

E' il sudore della fatica quello che scorre davanti agli occhi dello spettatore immobile ma partecipe al lavoro affannoso dell'attore - uomo che si presenta in tutta la sua imperfezione e nel suo essere antropologico.

E' un teatro che guarda dentro e al contempo è uno sguardo esterno che assiste alla quotidianità attraverso il gesto ripetitivo-ossessivo dell'attore -personaggio-uomo (Passaggi e Sacco).

Nessun profumo per coprire quel sudore, nessuna musica per celare il suo fiato affaticato, nessuna consolazione per l'attore che lavora per superare gli ostacoli di fronte ai quali ogni gesto è necessario ma inutile e quindi ripetitivo (Pozzo).

Invano è affannarsi per scacciare le inquietudini dei nostri gesti quotidiani sempre troppo uguali tra loro, sudati e ciclici.