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La storia
Lo spettacolo, seguendo il testo di Swift, è una satira delle
follie umane, una critica in particolare della razionalità apparente
del modello occidentale, attraverso il ribaltamento di prospettive e di
dimensioni, in un progressivo straniamento culturale ed esistenziale.
La satira politico-filosofica si alleggerisce e si rafforza al contempo
attraverso l'invenzione fantastica.
Nel 1726 venne pubblicato anonimo a Londra I viaggi di Gulliver,
in realtà opera di Jonathan Swift, uno dei maggiori autori satirici
inglesi e della letteratura universale. Il libro ebbe un successo immediato
e immenso, suscitando apprezzamenti entusiastici per la fantasia creativa,
per la lucidità della satira, per la semplicità della scrittura.
Certamente il testo nasce come una dura e amara satira della condizione
umana in generale e dei sistemi politico-sociali, dell'Europa del tempo
e dell'Inghilterra in particolare; ma 'I Viaggi' sono
anche una scanzonatissima e divertitissima successione di invenzioni brillanti,
a volte comiche a volte stranianti. E' soprattutto questo aspetto che
più ha contribuito alla diffusione e alla notorietà dell'opera,
nonché alle numerose riduzioni per l'infanzia. E, da queste, alle
trasposizione per il cinema e per i cartoni animati.
Sono le immagini che per prime ci vengono alla mente quando pronunziamo
i nomi Gulliver o Lilliput. Purtroppo ognuna di queste trasposizioni ha
operato dei tagli drastici sulla storia originale, limitando le peregrinazioni
di Lemuel Gulliver solamente ad alcuni dei mondi descritti nei viaggi.
Questa versione teatrale cerca di ricreare il senso e il carattere originario
del testo, senza rinunciare a quelle parti che solo superficialmente possono
essere considerate difficili. Vogliamo infatti stimolare la capacità
immaginativa del pubblico, e allo stesso tempo sottolineare l'importanza
delle diversità culturali e fisiche, uno degli scopi evidenti per
il quale il libro fu scritto.
Lo stupore è forse il sentimento dominante e costante dell'opera,
uno stupore che raggiunge spesso lo straniamento nel confronto
costante tra i mondi visitati e il proprio d'origine.
Nonostante siano passati quasi tre secoli, il testo di Swift mantiene
inalterata la propria freschezza, sia per l'invenzione formale (il minuscolo,
il gigantesco, l'alienato, il naturale), sia per il rispecchiamento con
un mondo, il nostro, che allora come oggi ci mostra, accanto a straordinari
progressi, aspetti meschini, ridicoli, assurdi, palesi errori e colossali
follie.
La storia porta il protagonista a navigare e a naufragare su isole e
continenti popolati da esseri diversi, con culture, abitudini, ordinamenti
particolari ed assoluti. A Lilliput, un mondo in miniatura, gli abitanti
sono alti la dodicesima parte di noi: uomini meticolosi, un po' cerebrali
e ottusi. A Brobdingnag si troviamo invece alle prese con un mondo gigantesco,
popolato da uomini che sono dodici volte più grandi di noi; qui
già ci troviamo in una dimensione morale più alta, e più
semplice. Dopo un altro naufragio Gulliver visita una specie di
arcipelago, con un'isola volante che controlla un intero continente: ognuna
di queste isole affronta diversi gradi di follia, dall'Accademia di inventori
e scienziati alle prese con i più assurdi esperimenti, all'isola
dei vecchi annoiatissimi immortali. Infine Gulliver arriva nel paese dei
cavalli saggi, gli Houyhnhnms, che vivono di virtù e di astrazione,
allevando gli Yahoo, caricatura grottesca degli uomini.
Normalmente nelle versioni per l'infanzia e nelle trasposizioni per lo
schermo vengono presi in considerazione soltanto i primi due viaggi, a
Lilliput e Brobdingnag. Crediamo invece sia altrettanto importante la
seconda metà della storia, anzi essenziale dal punto di vista dell'equilibrio
compositivo e del ragionamento filosofico.
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La struttura
Sostanzialmente viene rispettata la scansione originaria dei 'Viaggi':
Lilliput, Brobdingnag, Laputa, Houyhnhnms. Carattere itinerante. Dal testo
di Swift sono stati estratti brevi dialoghi, che punteggiano lo spettacolo
senza appesantire l'attenzione, che sarà invece prevalentemente
rivolta all'azione, alla visione e all'ascolto delle elaborazioni sonore.
Lo
spettacolo I viaggi di Gulliver è un'opera multimediale
che coinvolge diversi elementi del linguaggio teatrale e che utilizza
- oltre a sistemi tradizionali - tecnologie audio e video, attraverso
continui passaggi di piani, per l'arricchimento percettivo.
La struttura dello spettacolo è in quattro atti, dovremmo dire
quattro mondi, visti nella loro quotidianità, all'interno dei quali
entra Gulliver, apportando curiosità e scompiglio.
Il percorso fatto da Gulliver viene simulato dallo spostamento nello spazio
da parte degli spettatori, guidati fisicamente da attori, o da indicazioni
sonore e luminose. Il pubblico entra nei diversi mondi, condividendo condizioni
e percezioni con gli attori. Il tutto si svolge all'interno di una cornice
generale, il racconto del vecchio Gulliver-Swift, che riesce a rievocare
i personaggi incontrati e le situazioni vissute attraverso pochi
gesti o parole .
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Gli attori
Il carattere complessivo dello spettacolo è improntato a una
dinamica molto veloce, con attori chiamati a svolgere ruoli diversi nelle
diverse situazioni, con scene di insieme (a rendere l'atmosfera di piazze,
strade, assemblee, attività varie) affidate anche a giovani attori,
selezionati nel corso di un laboratorio intensivo.
Il
cast fondamentale dello spettacolo è affidato a sei attori e a
tre musicisti.
Il laboratorio intensivo selezionerà un gruppo di 10 ' 15 giovani
attori con funzione corale di azione e voce.
I dialoghi, estratti o ricostruiti dal testo, sono brevi, veloci,
paradossali. I monologhi sono anch'essi molto concisi (editti, proclami,
sentenze). La recitazione tiene conto dell'uso di microfoni. Una recitazione
senza enfasi, leggera, veloce.
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La scena
Ognuno dei quattro atti presenta caratteristiche diverse. Oltre ad
una scenografia, concreta, mobile, tridimensionale e praticabile, una
scenografia virtuale di proiezioni video, per ribaltamenti di piani,
soggettiva, dettaglio fino al macro, in un continuo cambio di ottiche.
Per far questo la preparazione dello spettacolo prevede una parte di riprese
da effettuare con gli attori in scenografie costruite appositamente e
in locations particolari (ambienti naturali e architetture).
A
titolo di esempio: nel secondo viaggio Gulliver arriva a Brobdingnag,
paese di giganti. All'inizio di questo quadro vediamo gli abitanti di
Brobdignag intenti alle loro occupazioni: c'è chi suona il pianoforte
e chi legge un libro, chi sta cenando e chi si fa la barba, chi scrive
leggi e chi costruisce meccanismi. Qualcuno all'improvviso si accorge
di un piccolo intruso. E' Gulliver, qui un pupazzo, che viene deposto
su un tavolo, tra piatti e posate. Vediamo allora proiettata su una parete
la soggettiva di Gulliver. L'attore in carne e ossa sarà stato
ripreso infatti in una scenografia di piatti, coltelli, forchette giganti.
I visi dei giganti saranno ripresi in macro.
Successivamente i giganti preparano per Gulliver una casetta in miniatura,
in realtà proporzionata alla sua corporatura: una casa per le bambole,
in pratica. E anche qui avremo proiezioni delle soggettive di Gulliver
all'interno di una stanza con finestre attraverso le quali vede grandi
occhi, bocche, ecc. Mentre in scena continuiamo a vedere gli attori che
dialogano con un pupazzo in una scatoletta.

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I costumi
Carattere contemporaneo dell'allestimento, in generale.
I costumi sono moderni. A Lilliput eleganti, un po' tirati, a Brobdingnag
più contadineschi, a Laputa eccentrici e decorati, nel paese dei
cavalli, ci sarà un uso di maschere accentuato. Lemuel
Gulliver si aggira invece in abiti settecenteschi, secondo l'immagine-icona
classica.
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Il suono
Il suono nel suo insieme rispetta la complessità geometrica
della struttura.
1) Una partitura musicale, eseguita durante lo spettacolo, percussiva,
melodica ed effettistica, in funzione di accompagnamento, sostegno e rottura
rispetto all'azione e alla recitazione.
2) Un contributo di materiali sonori pre-registrati, con
brani da autori dell'epoca di Swift (soprattutto Bach), che possano dare
all'azione uno spessore e un respiro più ampio, senza voler compiere
un'operazione filologica. Inoltre effetti, per analogia.
3) L'elaborazione in tempo reale dei suoni e in particolare delle
voci, a sottolineare dal punto di vista acustico la differenza di percezione
tra i diversi mondi. In questo senso gli attori dovranno essere microfonati,
così come alcune parti della scena (oggetti sonori, e in certi
casi strumenti musicali utilizzati dagli attori). E' costante infatti
l'attenzione di Swift per la differenza delle percezioni acustiche: Gulliver
a Lilliput sente le vocine degli abitanti, e deve stare attento a non
parlare a voce troppo alta, per non spaventare la popolazione. Il contrario
avviene a Brobdingnag, dove dovrà sforzarsi per farsi ascoltare
e ripararsi dalle voci, dai suoni e dai rumori prodotti dai giganti. Nella
quarta parte del viaggio il linguaggio dei cavalli è simile al
nitrito e il Gulliver modificherà la propria voce per poter comunicare.
4) Una parte corale, affidata principalmente ai giovani
che hanno partecipato al laboratorio, per momenti di moltitudine (acclamazioni,
folla).

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Il laboratorio
La pratica del laboratorio teatrale-musicale fa parte della nostra
ricerca, come momento di verifica di ipotesi sceniche, interpretative
e drammaturgiche, nonché come momento di allargamento di pubblico
e sua sensibilizzazione e formazione. Nel caso di Gulliver, il laboratorio
vuole essere un momento di incontro reale con le realtà culturali,
con la sensibilità e le esperienze di giovani attori o appassionati
di teatro, delle Scuole Istituti Università o Accademie, che potranno
poi partecipare concretamente allo spettacolo. I partecipanti che maggiormente
si saranno dimostrati sensibili e interessati svolgeranno all'interno
dei Viaggi parti corali, sia d'azione e movimento che di recitazione.
I laboratori hanno così un carattere eminentemente pratico, con
momenti anche di approfondimento teorico.
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