Ipertesto come diario di bordo di un laboratorio teatrale sugli animali fantastici
Un laboratorio teatrale è una delle palestre migliori possibili per la creatività e le pratiche collaborative. Il fatto stesso di coniugare l'aspetto ludico a quello educativo è determinante per riconoscere al teatro una funzione pedagogica straordinaria.
Le pratiche teatrali dell'improvvisazione e degli atelier permettono infatti di giocare con l'immaginario, isolandone prima i più diversi aspetti, dando a loro delle forme (testi, azioni, oggetti, suoni) per poi ricomporre tutto nell'unità spaziotemporale di un atto condiviso.
La qualità più importante che sta alla base di tutta questa esperienza è la sinestesia: l'interazione tra loro di sfere sensoriali diverse. E' in questa interrelazione di linguaggi e di percezioni che il teatro raggiunge livelli di complessità emblematica e allo stesso tempo la potenzialità diretta di una comunicazione naturale, diretta ed efficace. Sembra evidente ma la nostra tradizione monoculturale ci condiziona a tal punto da farcelo dimenticare, isolando gli specifici letterari da quelli fisiologici o da quelli sonori. Ma come è possibile tradurre queste esperienze in un documento che ne esalti il carattere dinamico, non lineare (proprio perché fondato sul gioco delle libere associazioni) e sinestetico? Un testo, per quanto poetico o narrativo che sia, non basta e neanche un video. Ecco che è possibile trovare nell'ipertesto, la procedura multimediale che permette di associare i vari elementi (testuali o audioviosuali) tra loro, una possibile e intrigante soluzione.
Un ipertesto può essere un ottimo modo per costruire il "diario di bordo" di un laboratorio teatrale rivelandone le dinamiche creative. Pensando poi ad un progetto come questo sulla "zoologia fantastica" è inevitabile immaginare a tutto un lavoro di combinazioni con lo straordinario patrimonio delle mitologie e delle leggende arcaiche e fantascientifiche, in cui dai Mostri agli Alieni si inventa "l'altro da sé". Un gioco combinatorio, infinito come la nostra immaginazione, che troverà quindi sia una forma fisica nel laboratorio teatrale che una virtuale nell'ipertesto-diario di bordo realizzato in Internet.
Carlo Infante
