CYBERIA

I NUOVI AUTORI MULTIMEDIALI

No, non raccontano storie. Sono gia' in molti, piccoli e grandi scrittori, a farlo. E tantomeno stampano su carta teorie e saggi.

Sono gli autori multimediali, una strana categoria: ibrida, una sorta di mélange antropologico e professionale che vede insieme informatici, grafici e qualche buon umanista che ha capito che è giunta l'ora di portare sui supporti elettronici un pò di quella intelligenza applicata che omai satura il mercato editoriale cartaceo. Potremmo dire che non scrivono affatto, tendono invece a riscrivere, o meglio a riconfigurare in linguaggio multimediale i testi insieme ad altri indizi connessi (immagini, suoni) per offrirli ad un nuovo consumo culturale.

Sembra così banale ma il fatto stesso di porre in questi termini la questione delle nuove tecnologie della comunicazione può acquistare una valenza troppo sottovaluta: quella di una nuova qualità intellettuale in campo, ad esempio. E' un modo per non sentisi più assediati da quell'onda montante di offerta tecnologica che tra software-factotum (il riferimento a Windows95 non è casuale) e sistemi telematici-mondo come Internet, rischia di annichilirci per inadeguatezza . Ed è altrettanto funzionale a disinnescare quelle mine logiche disseminate da intellettuali disincantati come Paul Virilio che su "Le Monde Diplomatique" di agosto sfodera le migliori argomentazioni per lanciare segnali d'allarme sulla velocità e sull'irreversibile disorientamento prodotto dal ciberspazio. E' evidente che se si aspetta che il gioco venga dato da altri, ovvero da chi dispone delle Reti telematiche o dell'esclusività dei software,non si sposterà di un palmo la questione. Va detto quindi che è importantissimo capire, prima che sia troppo tardi (prima che si arrivi ad uno scollamento generazionale con chi, giovanissimo, tratta quotidianamente con computer e videogames) le forme della mutazione culturale e cognitiva e di conseguenza del valore di scambio dei saperi e quindi delle sue monete, i suoi veicoli, i suoi media. Dopo il Libro e la Televisione non si può più non individuare nel Multimedia un veicolo inedito e potentissimo che vale proprio la pena comprendere in tutte le sue potenzialità.

Siamo all'anno zero della multimedialità intesa come produzione culturale, come impresa editoriale, ad esempio. Anche se il Salone del Libro di Torino , il luogo privilegiato per l'Editoria in Italia, è riuscito solo in parte a cogliere la peculiarità del fenomeno ormai, dopo tanti falsi allarmi, emergente. Si iniziano a cogliere esperienze remarcabili anche se sporadiche che però delineano un nuovo corso di creazione intellettuale teso a reinventare l'approccio con un "testo".

Bisogna saper riconoscere, tanto per intenderci, che leggendo un testo avvincente il nostro cervello funziona come un mixer. Coniughiamo un'informazione ad una immagine e ad un'emozione gia' vissuta con una dinamica associativa straordinaria . Così, naturalmente. Dopotutto qualsiasi percezione sensoriale viene tradotta al cervello e transcodificata, interpretata. Il fatto che ora attraverso le nuove tecnologie della comunicazione multimediale certi procedimenti si stiano formalizzando all'esterno del nostro corpo non e' altro che una tappa ulteriore dell'evoluzione umana. Attraverso l'interattività le modalità interpretative vengono combinate con un'azione, anche se minima: cliccando con un mouse agiamo dentro le informazioni. L'ipertesto, il sistema di organizzazione associativa dei dati attraverso il computer, e' in questo senso illuminante: simula quelle soluzioni combinatorie che la lettura produce, aprendo continuamente intorno ad una parola, ad un concetto, un'area di riferimenti ulteriori. Offre insomma una sorta di protesi cognitiva, un potenziamento delle nostre procedure mentali che vengono così sollecitate ad essere più dinamiche.

La multimedialità interviene sui processi originari della conoscenza, invera un paradosso :una delle massime espressioni dell'artificialità tende così a riattivare le modalità naturali dell'apprendimento.

E' emblematico in tal senso cogliere quelle esperienze autonome realizzate, al di qua dell'Istituzione-Scuola , da insegnanti e allievi con programmi ipertestuali facili e amichevoli. In questo campo è possibile infatti individuare gli "autori multimediali" più interessanti proprio perchè in attesa di un vero e proprio mercato dell'editoria elettronica è nell'uso didattico (o ancora meglio in quello definito "edutainment", un ibrido tra "educational" ed "enternainment") che scendono in campo le forze più motivate. Ma è chiaro che non si limita qui, dal mondo musicale ("post-videoclip") e da quello pubblicitario spuntano come funghi progetti d'ogni sorta. Si tratta solo di rilevare la qualità in campo al di là di quel rumore imprenditioriale che tende a saturare tutto questo settore in fibrillazione. Lasciamo alle pagine economiche dei giornali il gioco, veramente virtuale, delle lobbies dell'era digitale e iniziamo ad occuparci con criterio delle specificità della creazione multimediale. Iniziando anche a delineare un profilo di quei nuovi autori "collettivi" che raccolti in gruppi di lavoro stanno avviando un'inedita pratica di produzione culturale. Esperienze avanzatissime, raffinate e per altri versi semplicissime, se non naif, in cui si coniugano tensioni enciclopediche e ludiche al contempo, sapienze audiovisuali, grafiche se non addirittura poetiche. Per trovare nella multimedialità i principi di una reale mutazione culturale. Per cominciare a "rendere comprensibile il possibile".

Carlo Infante

per l'Unità, maggio 1995